"A PER ARTE" - Sara Tonello
(Vesuvuorrol)
Scrivere sulle donne non è mai abbastanza e del resto l'altra metà del cielo è uno spazio che non ha confini.
Sara Tonello, pittrice per vocazione, c'è riuscita perfettamente e "sulle donne" ha scritto davvero. Ha iniziato nel 2007 quando il soggetto di una sua opera, il volto di Sakineh Ashtiani (la donna rinchiusa per adulterio nel 2006), mostrava scritti in corsivo manu propria dall'artista, i nomi delle donne lapidate o in attesa di esserlo. Un lavoro svolto con il dramma e la solidarietà verso chi è in bilico tra la vita e la morte e avrà per sempre il proprio nome graffiato sul viso semi-coperto di Sakineh. Il quadro, esposto alla Biennale di Venezia nel 2011, forse contribuì "nel suo piccolo" alla liberazione della donna, avvenuta nel 2014. Quel primo esperimento ottenne il successo meritato e altre donne sono state ritratte e ognuna di loro con impresso un testo, un brano o una poesia che seguono la fisionomia dei loro corpi o dei loro volti. Frida Kahlo, Diego Cugia, Mario Scippa e altri hanno prestato le loro parole per tale utilizzo.
L'eclettica Sara vive a Pozzuoli da molti anni e alcune opere abitano la casa che fu di Sophia Loren, all'interno di un bel palazzo rimodernato, lungo la strada per la Solfatara. Per Sara l'arte è empatia ed essenzialità ma aver respirato l'aria speciale dei campi flegrei, l'ha resa più vulcanica. Sempre col sorriso sulle labbra, la sua ricerca creativa va verso la Leggerezza, quella che per Calvino "non è superficialità ma planare sulle cose dall'alto, non avere macigni sul cuore".
Sara Tonello plana tutti i giorni: è madre, moglie, un'ottima cuoca ed è possibile ascoltarla al Giorgio's Cafè, ritrovo serale vicino casa sua, mentre interpreta con voce grintosa canzoni di Lina Sastri, Gloria Estefan e Tina Turner. La voce delle sue donne, invece, è possibile leggerla sopra i quadri della fortunata serie, intitolata "Parole su tela".
Stasera ad A per Arte è possibile ammirare i suoi deliziosi vesuvi, quelli nati quando le fu commissionata una copia del Vesuvius di A.Warhol. Si tratta di veri e propri oggetti d'arredamento, griffati uno a uno e battezzati "Vesuvuorrol", per giocare sul nome convertito in mediterraneità, che costituiscono un perfetto esempio di "arte accessibile" a tutti. Chi vorrà fare proprie le donne di Sara, invece, dovrà attendere che compiano il loro prossimo viaggio verso il "Bergamo Arte Fiera", ove saranno esposte dal 28 al 30 novembre, e lì, guardandole, si sentirà ciò che la pittrice definisce "una sinestesia, una contaminazione dei sensi della percezione".
Francesco Marcone
(Scrittore- Presidente Ass.cult."Charta Rubra")